Palermo di nuovo alle prese con l'emergenza rifiuti, e ciò mentre la Tares, con cifre da capogiro, s'è abbattuta sui palermitani insieme al saldo della Tarsu, nel medesimo anno solare. Tra pochi giorni, il 16 dicembre, scade la prima rata Tares per chi, e saranno parecchi, non potrà chiuderla in una unica soluzione. Ma la beffa è che i soldi della Tares, ben 122 milioni di euro, non basteranno e l'Amministrazione comunale, rendendosi conto che non può sollecitare ulteriori sacrifici ai contribuenti stremati, chiede una sorta di contratto di solidarietà ai lavoratori della Rap che graverebbe sulle loro buste paga mediamente 50/60 euro. I sindacati alzano il muro, ed è scontro. La pressione fiscale complessiva è diventata intollerabile per famiglie ed imprese e suona strano pretendere un atto di solidarietà da chi a fatica riesce ad arrivare a fine mese. E allora? Il Sindaco Leoluca Orlando sta lavorando a una soluzione equa per garantire i lavoratori e, nello stesso tempo, un assetto efficiente, strutturale e permanente, sulla raccolta e gestione dei rifiuti. Il punto è un altro, non è più pensabile scaricare sui comuni i tagli derivanti dalle politiche economico-finanziarie nazionali. Tutti i sindaci, al di là delle appartenenze politiche, devono dire basta. Basta ai tagli che provocano, necessariamente, un innalzamento delle imposte locali e, paradossalmente, minori servizi comunque. Al contrario, occorrerebbe aumentare i trasferimenti da parte dello Stato ai comuni. Sono i comuni i primi interlocutori dei cittadini, sono le amministrazioni locali il primo banco di prova attraverso cui la gente giudica la politica e le istituzioni. Ecco perché è un errore strategico infierire con i tagli e non servirsi dei comuni per una sana politica fiscale e dei servizi.
Pippo Russo