Ho ricevuto la telefonata di un caro amico che è riuscito a dirmi solo queste quattro parole: "Agnese ci ha lasciato". Poi, Luigi ha messo giù il telefono.
Agnese Piraino Leto, la moglie del giudice Paolo Borsellino, è morta questa mattina, nella sua casa.
Stava male da tempo, gli ultimi mesi era peggiorata. Lei non aveva paura di morire, aveva solo la paura data dalla consapevolezza, che non sarebbe riuscita a vedere la fine del processo sulla strage di via D'Amelio che il 19 luglio del 1992 le portò via l'uomo della sua vita, il padre dei suoi figli.
E' andata via. Uno scricciolo di donna, la cui forza era opposta al suo aspetto fisico. La forza delle sue parole, l'amore che trasmetteva, chi ha avuto la fortuna di conoscerla potrà solo portarle con se e trasformarle nel tempo. Mi reputo una donna fortunata.
Agnese era una che non le mandava a dire. Ti accoglieva in casa con grandi e dolci sorrisi e con un "Gioia! Che bella Sorpresa!" che ti toglieva subito dall'imbarazzo di averla disturbata.
E giù con i racconti, le emozioni palpabili, le domande...ah quante domande le ho fatto, tutte quelle che possono venire in testa ad una trentunenne, che come spesso ripeto, è cresciuta con una malinconia che quell'aria carica di rabbia e tristezza respirata in quegli anni, in cui ero bambina, ha contribuito rendere la persona che sono oggi. Una cittadina che vuole verità.
Lei mi raccontava di come fosse il suo Paolo, come marito e come padre. Mi raccontò come si conobbero, del loro fidanzamento. Ho conosciuto grazie a lei, il Giudice che non avevo avuto la fortuna di conoscere.
La ascoltavo, affossata su una poltrona del salotto, davanti ad un quadro del giudice (che di recente aveva cambiato) e con lo sguardo che, tra un racconto e l'altro, di sottecchi lanciavo nello studio, aperto.
Ho scoperto quanto il giudice fosse generoso, quanto fosse simpatico, quanto soffrisse.
Agnese voleva verità, per quella lottava e questa ricerca l'ha tenuta in vita. Fino a questa mattina.
Per quella si è spesa fino a che ha potuto. Spesso in sordina, talmente in sordina che per per molti di coloro che guardavano dall'esterno era "solo" la moglie del giudice Borsellino, perché non sanno quanto lei abbia fatto in questi anni per portare a galla la Verità, quella Verità che fa tanta paura. Che lei a denti stretti ripeteva tra le pareti della sua casa, che aspettava che venisse fuori.
L'ultima volta che l'ho vista è stata qualche settimana fa, dopo la manifestazione organizzata al Palazzo di Giustizia di Palermo, in sostegno del Pm Nino Di Matteo e di tutti i magistrati, minacciati con lettere anonime. Lettere cui è seguito e continua ad esserci il totale silenzio da parte delle istituzioni, da parte dello Stato.
Andai a casa sua con Luigi Furitano, un figlio per lei. "Gioia ma che bella sorpresa!" Mi disse. La trovai bella come sempre, sorridente, ma il suo corpo era provato e i suoi occhi lucidi. Era emozionata perché quelli erano giorni assai delicati proprio perché successivi alle minacce a Nino Di Matteo, l'uomo che ha messo alla sbarra politici e mafiosi e alti esponenti delle forze dell'ordine, il pm che sta indagando sulla trattativa tra lo Stato e la mafia.
"Non può succedere di nuovo – ci disse – non può! Li vado a prendere per i capelli questa volta, lo devono lasciare in pace!". Era preoccupata per Nino Di Matteo, per Nico Gozzo. Lei, lo so, li aveva al centro del cuore.
Dopo pochi minuti, ecco arrivare Salvatore Borsellino, il fratello del giudice. Non appena lo vide scoppiò in lacrime, come una bambina. Salvatore accanto a lei le stringeva le mani, non riusciva a parlare.
Ma il carico di emozioni per Agnese aumentò dopo pochi minuti. Arrivarono infatti Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia. Lei, piccola sulla sua sedia a rotelle, girò il capo e guardò in alto verso quell'omone che ebbe solo il tempo si sorriderle e chinarsi sulle gambe, vicino a lei, perché Agnese sprofondò il viso nel suo petto. Facendo di no con la testa, le lacrime scendevano giù. Non l'avevo mai vista così. L'avevo vista arrabbiata, raccontarmi con la voce rotta dall'emozione e gli occhi lucidi, ma mai l'avevo vista così scoperta e indifesa.
E' esattamene così che ricordo quel momento. Così che lo ricorda mia figlia, di sette anni, che era con me, che conosce la storia di Falcone e Borsellino, a cui avevo parlato più volte di Agnese e avevo promesso che prima o poi gliel' avrei fatta conoscere. E così ho fatto, convinta che un giorno, quando sarà più grande, ricorderà quella giornata, in quella casa, e forse mi dirà: "Grazie mamma".
Sono triste. Siamo tutti tristi. Lei era il nostro legame "terreno" con il giudice Borsellino. Era forza e speranza.
Il 1° maggio avrebbe voluto vedere in piazza San Pietro a Roma, lo striscione con la scritta "Fraterno sostegno - Agnese Borsellino" portato da alcuni attivisti dell'omonimo gruppo nato su Facebook mesi fa. Per lei sarebbe stato importante. Ma la Polizia ha deciso di bloccare quei due giovani e il bmbo di 11 anni con lo striscione in mano, vietando loro di esporlo.
Il desiderio di Agnese non è stato esaudito. Prima o poi, ci faremo una ragione anche di questo. Non lo dimenticheremo, ma ce ne faremo una ragione.
Scrivere queste poche righe non è stato semplice, seppur nella loro semplicità. Ma era doveroso farlo, per Agnese e per i suoi figli. Per tutti quelli che l'hanno amata e per tutti quelli che l'amavano pur non conoscendola personalmente.
Il giorno in cui l'ho conosciuta, ero emozionata come una ragazzina che deve andare al concerto della star del cuore. Chi mi ha accompagnato da lei, ricorderà bene e immagino con un sorriso, il tragitto in macchina prima di arrivare. Quando tornai a casa la sera scrissi : "Oggi si è avverato un desiderio. Le cose della mia vita, negli ultimi 20 anni si sono incastrate in modo tale che accadesse. Oggi sono felice. Mi sono scontrata con la mia malinconia e aveva due occhi dolci e una sigaretta tra le dita. Sono rimasta ad ascoltarla, ad ascoltare il battito del mio cuore. A respirare quell'aria buona. Fresca e profumata. Libera. A trattenere lacrime e parole. Grazie..."
Grazie Agnese e non ti preoccupare che qui nessuno si ferma.
Le esequie si svolgeranno domattina alle 9.30 nella Chiesa di Santa Luisa di Marillac, in forma privata, la stessa chiesa in cui vennenro celebrati i funerali di Paolo Borsellino. La redazione di Palermo Report si stringe attorno ai figli della signora Agnese e ai suoi familiari.